domenica 28 settembre 2008

La fiera, il teatro e Cambronne


Stamattina eravamo in giro per una fiera paesana, di quelle di una volta dove tutti passeggiano tra le bancarelle senza fermarsi mai e senza guardare la mercanzia. Fiera dei cavalli, equini di varie razze, misure, colori e, per terra, tanta tanta "cacca di cavallo" che io evito facendo le gimkane meglio di Schumacker sulla pista di formula uno.

Per associazione di idee mi vengono in mente due modi di dire che hanno a che fare con le deiezioni animali: una benaugurante, il grido liberatorio degli attori di teatro prima della recita..."merda, merda, merda!!", pare vada ripetuto tre volte altrimenti perde il suo potere benefico; l'altra meno felice, che si dice quando tutto ci va storto e vorremmo mandare a quel paese ognuno che ci passi davanti..."merda!".

Il primo modo di dire deriva da una constatazione pratica. Prima delle automobili a teatro ci si andava a cavallo, e se fuori dai teatri, sulle strade, sulle piazze, c'era tanta cacca di cavallo calda voleva dire che il pubblico era arrivato in massa e gli attori avrebbero mangiato bene. Pare che ci fosse anche un galoppino della compagnia incaricato di andare a controllare quante deiezioni equine ci fossero fuori, mentre il resto della compagnia si preparava, vestiva e truccava.

Il secondo modo di dire ha addirittura origini storiche. E' attribuito infatti, ma lui non l'ha mai ammesso, al generale napoleonico Cambronne. Le forze francesi erano sotto assedio da parte delle forze inglesi a Waterloo. Gli inglesi intimarono più volte ai soldati di Napoleone di arrendersi altrimenti avrebbero aperto il fuoco coi loro cannoni. Il generale Cambronne, che aveva un caratteraccio e che a quanto pare non aveva alcuna intenzione di arrendersi, pare abbia urlato "merde" invece di issare bandiera bianca. Gli inglesi aprirono il fuoco e i francesi furono sterminati.

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