Ragazzi, scusatemi, ma lo sapete, guai a chi mi tocca Valentino.
E poi oggi è festa per me, ha sfilato a Parigi alle 14 e 30 e sono in giro sul web a trovare uno schifo di notizia.
Adoro quella maison e per me quando si dice moda si dice Valentino!
Ancora nuove news circa Giambattista Valli come nuovo direttore creativo dell brand!
Tormentata purtroppo questa sfilata di Valentino. Voci insistenti danno come traballante la poltrona di Alessandra Facchinetti, la giovane stilista di 35 anni, da undici mesi alla guida artistica della maison. Pare che il fondo Permira, che ha acquistato il marchio, non sia soddisfatto dei risultati raggiunti. E per questo si starebbe pensando a un cambio di guardia.
Tra i candidati alla successione si fanno i nomi di Giambattista Valli, 42 anni, romano, che ha lavorato, tra l'altro, per sette anni da Ungaro e ora disegna una sua collezione "couture" e la linea di piumini "Gamme rouge" della Moncler. Nella rosa dei candidati anche il nome di Ivana Omazic, che, oggi, firma l'ultima collezione di Celine. E nella ridda di voci c'è chi ipotizza perfino un ritorno dello stesso Valentino.
Ma cosa replica l'azienda? "Siamo focalizzati sulla sfilata - dice un portavoce - Alessandra Facchinetti sta lavorando con impegno per il defilè". Secca la smentita sul nome di Valli: "è totalmente infondata". I compratori fanno notare che "bisogna dare tempo per raggiungere certi obiettivi".
E Alessandra Facchinetti ne ha avuto poco per dimostrare quel che vale. Finora ha firmato solo due collezioni. Ma se quella di domani fosse l'ultima sfilata, per la stilista (figlia di Roby dei Pooh) sarebbe il secondo smacco professionale in breve tempo. Infatti, nel 2005 è uscita di scena da Gucci, dopo due sole collezioni.
Ma sarà poi vero che della prima e unica collezione couture di Alessandra Facchinetti è stato venduto un solo capo? Tra i feroci rumor che imperversano nel mondo della moda sull'affaire Valentino - con l'ormai imminente siluramento della 36enne stilista dagli occhi azzurri e uno scaricabarile da brivido sull'attribuzione delle responsabilità del flop - c'è anche questo: com'è possibile che si venda un unico abito di una sfilata d'alta moda comunque celebrata, pur con qualche distinguo, dalle più temute penne della stampa internazionale? Ed è vero che nei monomarca le vendite di prêt-à-porter sono crollate? Ed è vero, per contro, che nei plurimarca più prestigiosi (vedi Colette a Parigi) sono invece balzate alle stelle?
L'unica cosa certa è che, a poche ore dalla passerella di oggi al Jardin des Tuileries, la complessa successione del maestro Valentino Garavani è fallita. E la tempistica del "licenziamento" della stilista appare un autogol che ha pochi eguali nella pur bizzarra storia della fashion community. Del resto, l'amministratore delegato, Stefano Sassi, 45 anni, ha risposto con il classico "no comment" alle richieste della stampa, il che vale più di una conferma.
E zitti sono gli azionisti di Permira, fondo di private equity con 11,1 miliardi di euro "in tasca" e 90 milioni di investimenti già stanziati sul brand. Se, come sempre, ragioni e torti vanno spartiti, il caso Valentino si presta a una serie di considerazioni su come sia difficile - più che tenerlo a galla con massicce dosi di glamour, come usava nel passato - far effettivamente germogliare un brand. E garantirgli quella redditività essenziale per chi, puro investitore finanziario, ha messo sul piatto il record di 2,6 miliardi di euro per il controllo dell'intero Valentino Fashion Group, che include tra l'altro Hugo Boss.
Visto che il preconsuntivo economico- finanziario 2008 della Valentino è al momento tabù, non è difficile immaginare che si sia lontani da quella «crescita del fatturato a doppia cifra» annunciata lo scorso febbraio da Sassi all'esordio della Facchinetti nel prêt- à-porter, partendo dai 260 milioni dell'anno precedente (peraltro, anche sulla redditività 2007 il buio è totale).
Va sottolineato, comunque, che "bruciare" il direttore creativo dopo una manciata di mesi - come già accaduto ad Alessandra in Gucci, dove era stata chiamata a sostituire Tom Ford - non è un fatto inedito: basti ricordare Lars Nilsson alla Gianfranco Ferrè, silurato addirittura prima dell'esordio. Per contro,il colosso francese del lusso Lvmh ha dimostrato negli ultimi anni grande pazienza nell'attendere risultati brillanti da John Galliano alla Christian Dior, mentre Gucci Group continua a "coccolare" Stefano Pilati alla Yves Saint Laurent, senza che i conti siano ancora arrivati al breakeven.
LO STILE E IL POSIZIONAMENTO - La moda della Facchinetti è troppo classica? Troppo casta? Troppo Valentino? Poco Valentino? Le risposte sono soggettive. Ma l'input strategico qual' era? Sembra che alla designer venga contestato l'impoverimento di quei dettagli preziosi storicamente amati dalle clienti del brand. Il "nuovo" Valentino ha comunque un posizionamento di prezzo che a molti analisti appare troppo alto (anche se in linea con quello del passato): ieri, nella vetrina principale del monomarca di via Montenapoleone a Milano, un abito lungo con corolla in chiffon rosa costava la bellezza di 11mila euro, quello corto con "gorgiera" e balze 4.950.
IL CARATTERE E LA GESTIONE - Gli insider raccontano che la Facchinetti, da sempre ritenuta di carattere fragile, si sia arroccata ai primi segnali di incompatibilità con l'azienda. Gli insider avversari dicono che il fatturato non cresce perché le consegne dell'autunno-inverno non sono ancora terminate: una bestemmia, visto che nei negozi dei concorrenti le collezioni invernali iniziano a essere in vetrina a fine giugno. Non solo: anche in questi ultimi giorni l'inefficiente sovrapposizione di mansioni nei delicati ruoli della comunicazione- immagine - nella moda cuore del valore del brand - è sfociata appunto nelle premature voci del "divorzio". Il che non depone a favore del Ceo Sassi, un bravo manager, che soltanto a febbraio dichiarava di puntare ai «500 milioni di ricavi entro il 2012», ma con scarsa esperienza nel difficile mondo del lusso.
IL RUOLO DI PERMIRA - Con l'arrivo del fondo di private equity, fuori Valentino Garavani e Giammetti (l'età e il costo hanno avuto sicuramente un peso). Contemporaneamente, fuori dalla controllata Boss, gallina dalle uova d'oro, l'"anima" Bruno Sälzer e diversi top manager. Ora fuori la Facchinetti. Non è che le idee sono confuse? Che peccato per il made in Italy: il marchio Valentino è un patrimonio per tutti.
2 - VALENTINO E L'ADDIO ALLA STILISTA...
Paola Pollo per il "Corriere della Sera" - Non sarà oggi che la Valentino Spa farà chiarezza su quanto sta succedendo. Il giorno dopo le notizie sull'ipotesi di divorzio dalla stilista Alessandra Facchinetti, l'amministratore delegato Stefano Sassi parla con reticenza: «È una persecuzione - dice nella ottocentesca sede di Place Vendôme -. Siamo sotto pressione. Non ci lasciano lavorare. Il momento è delicato e non sarà domani (oggi per chi legge ndr) il giorno giusto per chiarire, lo faremo fra tre-quattro giorni».
Ma scusi, dottor Sassi, chi non vi lascia lavorare? Sembra dalle sue parole che dietro a tutto questo ci sia un giocoliere beffardo che avvelena il clima...
«Se lo sapessi. Però è vero che ogni volta che noi sfiliamo escono notizie che sono campagne contro. È successo quando Valentino doveva andarsene e poi ancora quando Alessandra doveva debuttare».
Lunedì un sito americano aveva lanciato i rumors, ma voi non li avete fermati. Perché? Quando accadde anni fa con Gianfranco Ferrè e Dior, Bernard Arnault smentì qualsiasi divorzio.
«Per sempre non esiste più, ma nel caso non dobbiamo dire nulla perché non lo riteniamo giusto. Raccogliere i rumors e rispondere non ci sembrava e non ci sembra elegante».
Ma fra tre giorni sì.
«Dopo la sfilata. Dopo che il lavoro di Alessandra sarà finito, vedremo. Ci sederemo a un tavolo tutti, tutti i protagonisti».
E con la stilista avete chiarito?
«Non ce n'è bisogno, queste cose la disturbano».
venerdì 3 ottobre 2008
Giambattista Valli smentisce: no Valentino!
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2 commenti:
Devo dire la verità Valli proprio non mi piace...
Alessandra ha fatto un buon lavoro fin qua ed ha dimostrato coraggio a sostituire Valentino...
Credo però sia difficile lavorare con l'ombra del signor Garavani che ti alita sulle spalle!
Per questo mi piacerebbe vederla ancora al timone della nave!!!
Ps. certo che a quanto pare disegnare per Moncler è un sintomo di fortuna successiva...no?
"...signor Garavani che ti alita sulle spalle"...
Speriamo nell'Aquafresh o nelle Frisk!!
:-)
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