sabato 28 marzo 2009

Norma al Politeama Greco di Lecce


Ieri sera Al politeama Greco di Lecce è andata in scena Norma, di Vincenzo Bellini. Anticipo subito che la maledizione del tenore ci perseguita. Nelle due ultime stagioni liriche abbiamo assistito a Tosca, Madama Butterfly, Olandese volante, Rigoletto e, appunto, Norma. Il tenore sempre sottotono, con difficoltà evidenti nella note alte, soprattutto in Rigoletto anche se scusabile in quanto influenzato.
In Pollione, Gianluca Zampieri, non riesce ad emozionare con la sua voce. C'è da dire che nella partitura di Bellini, la parte di Pollione è affidata a un baritono -tenore, tipica della tradizione napoletana, scuola della quale bellini fu allievo, quindi è affidata a una voce alla quale non si chiedono particolari doti in estensione (ho letto che il bari-tenore arriva grossomodo al sol di petto). Però dovrebbe avere una bella coloritura sui fraseggi medi e gravi, cosa che francamente non ho riscontrato in Zampieri, che però, va riconosciuto, ha eseguito bene il suo lavoro nei duetti con Norma e nei terzetti con Norma e Adalgisa. Ma, non è andato oltre. Infatti, dal pubblico è arrivato più di qualche buuuuuu.
Saverio Bambi, nella parte di Flavio, quasi non riuscivo a sentirlo dalla mia poltrona in fila P. Tenorino di grazia, ma di troppa grazia direi, un po' di fiato in più non guasterebbe.

Discorso diverso per la parti femminili.

Innanzitutto meravigliosa la voce da mezzo soprano di Eufemia Tufano nella parte di Adalgisa.



Bellini, affidò al mezzo soprano la parte di Adalgisa, l'amante incolpevole ed ignara di Pollione, a sottolineare il carattere sensuale, quasi erotico del personaggio. La Tufano ha reso benissimo l'intento del compositore. Aggraziata nelle forme e padrona delle scene, niente affatto goffa come capita a volte negli interpreti lirici, voce dal timbro caldo, sensuale appunto, note gravi avvolgenti, elastica e capace di acuti che poco avevano da invidiare a quelli di una soprano. Applausi e consensi per lei. Meritati.
Brava anche Maria Scogna nella parte di Clotilde, sebbene breve.
Quanto a Norma, interpretata dalla Newyorkese Susan Neves, si è aperto un piccolo dibattito tra Beniamino, Marco e io.


L'inizio dell'opera lasciava adito a qualche perplessità. Bellini non è compositore "spettacolare" come Verdi, è un compositore drammatico ed intimistico, che fa largo uso del recitar cantando e dei recitativi in generale, ma non come cesura del discorso lirico, come accadeva in epoca barocca e in Mozart ad esempio, ma come parte integrante della composizione e , indubbiamente, Maria Callas era la maestra del recitar cantando con quei sui suoni gravi quasi baritonali.
La direzione d'orchestra punta molto su questo elemento drammatico, ma, a essere sincero, si è sentita la mancanza di un po' di vigore nella bacchetta affidata a Niksa Bareza, direttore slavo di esperienza, essendo direttore ospite al Teatro Alla Scala di Milano e direttore stabile del teatro dell'opera di Oslo.


In "Casta Diva", la Neves, rinuncia a spingere sulle note.
Azzardiamo l'ipotesi che sia giù di corde. Ci si aspetta quell'esplodere della voce, che tutti conosciamo per le esecuzioni callassiane e non, ma non arriva. Un po' di delusione.
In realtà la Neves non è affatto giù di voce e nel secondo atto lo dimostra appieno con degli acuti e con una infaticabilità degni di apprezzamento. Bravissima nell'urlo di vendetta "Guerra, strage, sterminio".
Ne deduciamo che sia stata una scelta direttoriale, magari per sottolineare l'aspetto intimistico della preghiera. In fondo altro non è che una preghiera alla luna per esortarla al vaticinio sulla sorte dei romani invasori. Però sì, ammetto che si è sentita la mancanza di un qualcosa in più in quell'aria.
Per il resto, nulla da dire. Secondo atto molto bello e la Neves non si è risparmiata. Sempre sottotono e incolore il tenore.
Ultima considerazione sulla scenografia, abbastanza statica e senza grandi invenzioni, e sui costumi, anche lì si sarebbe potuto osare di più, magari con una trasposizione in epoca contemporanea.

6 commenti:

Rosa ha detto...

Come vorrei saper scrivere queste cose.
Come vorrei un amico così (e)dotto che mi porti all'opera con sé.

La mossa del cavallo ha detto...

Grazie per il bellissimo commento Rosa e se ti troverai da queste parti sarò felicissimo di portarti all'opera:)

Dudù (Schimera Antonio) ha detto...

Non ci andare Rosa... non ci andare

Rosa ha detto...

Perchè?!

ribaldo ha detto...

Vacci, Rosa! Vacci !
Anzi, se vuoi prendiamo un biglietto insieme e ti porto alla Fenice di Venezia (così bella e così vicina a te!)

Anonimo ha detto...

Cara Mossa del Cavallo, mi dispiace molto di non averti emozionato.
Succede.
Strano pero' che hai deciso di parlare tanto di me...e subito nella tua critica, pur senza avere...particolari critiche da farmi (il colore di voce lo fanno mamma e papa' e tu stessa scrivi che ho cantato bene....).
Evidentemente l'immagine del mio personaggio qualche cose deve avertela lasciata dentro....tu se vuoi non chiamarle "emozioni"! :-)))
Il personaggio di Pollione e' molto antipatico...come dicono gli americani "it's a dirty job but someone has to do it"....
Pero' ti devo fare due appunti:
a)l'estensione di Pollione e' di due ottave. Forse non ti sarai accorta che nella cavatina iniziale c'e' un do acuto, che io sono uno dei pochi tenori ad eseguire fedelmente, come da partitura, senza trucchi e scorciatoie di solito in uso....
b) io non ho sentito fischi. Le opinioni e le critiche le rispetto, ma quando si riporta una cronaca si deve essere piu' corretti, ok?
Cordialmente
Gianluca Zampieri