mercoledì 11 marzo 2009

ALEXANDER MCQUEEN FALL WINTER 2009 2010 - ANTONIO BERARDI FALL WINTER 2009 2010.

Meravigliose... forse non serve aggiungere nient'altro. Dall'ipercostruzione algida di Berardi all'evanescenza psichedelica alla Warner di McQueen. Siamo nell'ultraterreno.
Accantonata l'umanità del femmineo l'ipercostruzione scandaglia nuove forme. Costruendo si decostruisce. Una delle sfilate più belle di McQueen (e in genere non amo l'effetto circense) e di Berardi forse quella più pensata.

Alexander McQueen:


Antonio Berardi:


E' proprio vero... se l'anima della moda è italiana, il corpo è inglese ed americano... ma il cuore rimane Parigi!

8 commenti:

SkraM ha detto...

questi modelli di McQueen non mi piacciono molto.. forse perche troppo particolari.

preferisco di gran lunga quelli di Berardi, sobri ed eleganti

Poto ha detto...

McQueen mi incute del terrore...

Asa_Ashel ha detto...

Quando oggi vedevo in tv le immagini sulla sfilata di McQueen ho pensato: geniale.
Al di là degli estremismi ad uso e consumo della sfilata, perché, non dimentichiamolo, è un evento a sé, dietro creazioni di questo tipo ci vedi le capacità tecniche ed artistiche di uno stilista e di tutto il suo staff.Io poi ho adorato anche la scelta del make-up, con il punto di attenzione su bocche ingrandite all'inverosimile, un po' come nei disegni dei figurini.
Molto bella anche la collezione di Berardi, per l'attento studio a nuove forme sartoriali.
L'unica cosa che non sopportavo erano i soliti commenti da poraccia dell'inviata Mirella Milani, una che , nonostante tutti gli anni di dietro le quinte nel settore moda, spara ancora cazzate e pareri da ignorante che ogni volta mi lascia basito.

Anonimo ha detto...

Wow Asa Ashel... bel commento... si, concordo con te su tutto.
Mc queen è un evento a se anche se, come ho già detto, non amo tanto il baracconismo. Comunque bel commento . Thanks!

Rosa ha detto...

I vestiti in rosso e nero riprendono una tra le più famose opere di M.C. Escher, le metamorfosi...
http://www.mcescher.com/Gallery/recogn-bmp/LW446D.jpg
Stupendo l'effetto sugli abiti e il cromatismo.
Le sue opere simmetriche e surreali mi rilassano moltissimo.

Anonimo ha detto...

E' evidente che nessuno di coloro che lasciano tutti questi commenti entusiastici si deve preoccupare di vendere sta roba. La moda fatica a rimane una industria seria (fortunatamente lo è ancora, anche se non so per quanto), gli stilisti sarebbe sperabile ridiventassero sarti, i poracci come me che devono farsi in quattro per venderla continuano a girare il mondo con più fatica, ed a Parigi al di fuori degli uffici LVMH e PPR non succede molto di sensato. A meno di non credere che la moda sia quella cosa di cui si parla sui magazine specializzati (...in sfilate).

La maggior parte di quello che vedo sfilare nemmeno arriva nelle collezioni. Oramai la sfilata è un evento puramente mediatico che ha il solo compito di costruire una immagine per il brand e far parlare dello stilista. Lo scollamento dalla collezione è quasi sconcertante (per fortuna). Ci si straccia a continuare ad invocare la democratizzazione di ogni cosa, ma poi si finisce per osannare lo snobismo più becero.

Da sempre i veri prodotti creativi sono quelli che danno originalità garantendo qualità, portabilità e valore. I prodotti ridicoli, puramente concettuali, del tutto distaccati da ogni comprensione del mercato, lasciano il tempo che trovano, cioè nulla.

Anonimo ha detto...

Grazie del tuo contributo Rosa... davvero... non sapevo che quella di McQueen fosse una citazione

Anonimo ha detto...

@ Ciccio: Ciao Ciccio, grazie del tuo contributo. IO non sono d'accordo con te se non in parte.
Come ho già scritto nel post il sofismo sartoriale non mi piace... odio Dior per questo... non mi piace l'idea che si trova alla base, il concetto che muove tutte le sue sfilate.
Ma con McQueen è totalmente diverso.
McQueen è arte allo stato puro (non tutte le collezioni ovviamente, quella per la prossima estate non mi piace... presenta delle soluzioni immaginifiche che col passare del tempo vengono ammortizzate, digerite e riproposte nelle passarelle di tutti gli altri artisti. Un pò quello che succede con Maison Martin Margela.
Non so quanto tu sia dentro a questo determintato tipo di discorso ma sono brand che vendono tantissimo... da Margiela a McQueen e soprattutto Dior.
POi, sinceramente, McQueen fa quasi dei pezzi couture.
Che differenza c'è tra la couture e il pret?
Uno non realizza capi in serie e l'altro lo fa.
Beh, McQueen è una commistione meravigliosa di entrambe le cose.
Il tuo mi sembra un partito preso sterile... scusa larroganza.
Grazie ancora per il tuo contributo. Antonio