lunedì 16 febbraio 2009

Falsetto cosa?

Per chiunque creda che il falsetto è uno ed uno solo... vista l'ultima querelle avuta con Benia sull'argomento nell'ultima settimana... un post esplicativo che non so quanto possa interessarvi ma che è frutto di una mia curiosità.
Come ho sempre detto il falsetto non è uno solo... molto spesso abbiamo abusato di termini come... falsetto, mezza voce, voce piena.... così, senza un minimo di cognizione. Sicuramente i dubbi rimarranno sempre gli stessi: per chi non studia canto penso che riconoscere il falsetto all'interno di un brano musicale risulti abbastanza complicato, tranne se non si tratta di un falsetto palese. Molto spesso il confine è labile.



Nell'arte del canto, il falsetto è un particolare modo di vibrazione delle corde vocali che permette di emettere un suono prodotto con minore sforzo muscolare e che rispetto alla voce piena è più leggero: si produce attraverso la tensione delle corde vocali in seguito all'inclinazione della cartilagine tiroidea, che provoca una vibrazione "per giustapposizione" delle corde stesse invece che per battimento.

Grazie alla minore tensione muscolare prodotta dal falsetto è possibile raggiungere note più acute rispetto alla "voce piena".



Questo modo di emissione può essere un effetto voluto oppure un riflesso automatico della laringe, che se forzata a emettere suoni più acuti di quanto può fare (o se è affaticata) si protegge emettendo suono in falsetto. I cantanti addestrati possono controllare la zona di passaggio dagli acuti in voce piena a quelli in falsetto, ottenendo il cosiddetto falsettone, una tecnica usata spesso nelle opere barocche.

Solitamente, con le dovute eccezioni, il suono di una voce in falsetto è più acuto e meno potente di quello della voce parlata, ed è più sibilante e meno ricco di sonorità (contiene meno armonici).
Riprendo questo frammento di post dal blog di Mauro Ghilardini, musicologo, arrangiatore e tenore lirico apprezzato soprattutto in ambito liederistico e antico.

"Ora vi chiederete se sia dunque possibile oggi fare una vera e propria critica su un'impostazione vocale. Beh, direi di no visto che spesso un cantante diviene famoso per i suoi difetti vocali più che per i pregi (la "nasalità" delle voci di Ramazzotti e Renga, per quanto diversissimi nella timbrica finale, ne sono prova). Certo, è possibile tentare di capire quali sono le caratteristiche fondamentali di un acuto per far si che questo risulti "oggettivamente" bello da ascoltare. Ecco dunque, da par mio, queste peculiarità:

1. OMOGENEITA' del suono. Fra la timbrica dei medi e bassi e quella dell'acuto non deve esserci differenza. Non devono quindi esistere le famose "3 voci" che una persona senza impostazione di solito possiede (gravi pesanti ingolati, medi spesso chiusi, acuti chiusi e con emissioni in puro falsetto).
2. RICCHEZZA armonica. L'acuto non deve essere "frivolo", privo di mordente, ma deve essere ricco di armonici (i quali donano squillo e brillantezza alla nota emessa). Un acuto molle, senza pasta, senza armonici denota una posizione vocale sbagliata o semplicemente non totalmente aperta. Questo ultimo punto ci porta direttamente al successivo.
3. APERTURA interna delle cavità del viso. Grazie al completo rilassamento della mandibola verso il basso (esattamente come quando si sbadiglia!), alla giusta apertura delle labbra da questo derivante e all'apertura interna di tutte le cavità (il che significa cercare di allargare l'interno della bocca, alzando il palato e abbassando la lingua) l'acuto risuonerà completamente libero e dunque potrà uscire senza ostacoli. Spesso infatti il dolore alla gola e il relativo abbassamento di voce non deriva da acuti emessi in posizioni basse (gravanti quindi sulle corde vocali), bensì da aperture interne non sufficenti per il volume di voce che si cerca di far uscire! E' importante questo! Spesso l'acuto non esce per paura. Cosi facendo si creano tutti i presupposti per un acuto forzato, chiuso e che è quindi obbligato a ricadere in gola, facendo male. Esempio pratico... se tentiamo di far uscire da una canna dell'acqua da giardino il getto di un idrante, non credete che moltissima acqua sarà costretta a non uscire tornando così indietro? E se aumentiamo la pressione mantenendo l'apertura finale uguale, non credete che l'acqua cominci a spaccare in principio proprio la bocca dell'idrante? Questo è nella pratica quello che succede quando si emettono continui acuti chiusi!

Beh, direi che c'è nè abbastanza per cominciare a fare degli esempi di cantanti più o meno famosi e quindi stabilire le caratteristiche delle impostazioni vocal dei loro acuti, arrivando quindi a spiegare il titolo del post.

FALSETTO ACCOMODATO: il falsetto accomodato (da non confondere con il falsetto di passaggio) è un'impostazione vocale che sfrutta le cavità di risonanza della sola scatola cranica. Se ben studiata la posizione in falsetto produce un suono brillante, chiaro, ma totalmente privo di armonici secondari e per questo spesso fastidiosissimo. Nella pratica molti cantanti moderni utilizzano il falsetto negli acuti pianissimi, amplificando addirittura lo stacco fra falsetto e voce vera (rinunciando quindi ad ogni omegeneità nei passaggi). Tre nomi su tutti: Dolores O'Riordan (Cranberries) e King Diamond (Mercyful Fate, King Diamond), Carmen Consoli. Inutile dire che non sono i miei acuti preferiti...

FALSETTONE: la pratica del falsettone è vecchia come l'uomo! La fonazione in questo caso avviene esattamente nelle stesse posizioni del falsetto, ma questi viene amplificato grazie ad uno studio accurato sull'apertura interna delle cavità di risonanza. Tipico di voci maschili di timbro scuro è utilizzato moltissimo nella musica metal e rock. Spesso infatti gli acuti stratosferici di cantanti inarrivabili non sono altro che emissioni in falsettone di voci poco timbrate. Questo non significa certo sminuirli. Il valore di un cantante non si stabilisce sull'estensione, ma sull'interpretazione e sulle componenti tecniche (quindi aritificiali) della sua arte (emissione, legato, omogeneità nei passaggi, dizione) e non nelle caratteristiche naturali. Ancora... non tentate mai di stabilire la categoria di un cantante (tenore, baritono, soprano) in base alla sola estensione. Può essere fonte di gravi errori di valutazione! E' il timbro a comandare ed in base ad esso si comprende il possibile repertorio più adeguato alla propria voce!
L'uso del falsettone è dunque frequentissimo! Vi chiederete come è possibile però non notare delle differenze di emissione fra il cantato con voce piena e quello in falsettone. Il tutto è dovuto ad uno studio per le note gravi che tende ad alleggerire la voce e a renderla molto aperta in modo che non si senta la differenza con un falsettone che, seppur timbrato, suona naturalmente meno ricco di frequenze. Se in ambito lirico è raro ed è usato solo se veramente squillante e degno di nota, in ambito "leggero" c'è solo l'imbarazzo della scelta. Kiske (Helloween), Roberto Tiranti (Labirynth), Timo Kotipelto (Stratovarius), Midnight (crimson glory), Geoff Tate (Queensryche) e anche l'amato-odiato James LaBrie (Dream Theater) del quale ricordo con emozione la tecnica sopraffina presentata durante il concerto di tenuto a Milano di supporto al meraviglioso disco "Images and Words". Tecnica che purtroppo con il tempo è andata peggiorando a fasi alterne (e gli album lo dimostrano). Da par mio per ascoltare un ottimo esempio di tecnica perfetta vocale per musica leggera che mischia buoni falsettoni con emissioni morbide e pulite "images and words" è l'album adatto!

VOCE DI PETTO: E veniamo ora voce di petto. Naturalmente comiciamo subito a chiarire il motivo del nome di questa emissione. Il registro di petto ha la peculiarità di risuonare con forti vibrazioni proprio nel petto del cantante. E' la tipica emissione delle note più gravi e (come accennavo in precedenza) è utilizzata per l'acuto solo dal 1831 (data della prima rappresentazione italiana del Guglielmo Tell rossiniano). L'articolo sopra citato di Mauro Uberti è molto preciso nello spiegare cosa avviene fisicamente nella gola durante il canto nei vari registri. Quello che è importante notare è che il registro di petto ha le stesse peculiarità fisiche del grido pertanto è innaturale cercare di emettere un suono acuto di petto. Risulterebbe un grido a causa del comportamento laringeo. Per ovviare a questo ostacolo gli insegnanti di canto sono soliti richiedere all'allievo uno sforzo mentale con il quale immaginare che le note cantate vengano ribaltate su se stesse mentre salgono verso l'acuto. Per questo motivo si dice che il suono acuto è più o meno "girato". Ad esempio si è sempre detto (a ragione) che Carreras e soprattutto Di Stefano non possiedono il "giro della voce" (scusate il pressapochismo). E' vero da par mio in quanto i loro acuti, emessi nel registro di petto, sono molto duri rispetto a quelli di altri cantanti comparabili. Naturalmente il timbro vocale straordinario e una possente presenza scenica hanno saputo riequilibrare bene l'errore tecnico. Un cantante che invece sa girare bene la voce (per eventuali confronti) è il giovane Luciano Pavarotti. Oggi i suoi acuti, portati per il mondo come cavallo di battaglia, sono mere reminescenze di una voce stellare e priva di asprezze verso l'alto. Acuti pieni, brillanti di uno squillo argentino straordinario! Un album da ascoltare: Turandot diretta da Zubin Metha. Cast stellare e un Calaf storico fatto dal nostro tenore.
L'emissione nel registro acuto di petto è esclusivamente una caratteristica della tecnica lirica. Nella musica leggera non esiste assolutamente la tradizione di cantare l'intera gamma con tale emissione. I motivi sono molteplici e sono sia di carattere storico che pratico. Un esempio su tutti: l'emissione di petto è molto limitata nell'estensione rispetto all'uso del falsettone pertanto i famosi acuti di scuola Halfordiana sono impossibili da riproporre con tale vocalità. E qui entra il gusto soggettivo. E' chiaro che ascoltare un tenore emettere un Do di petto senza microfono è un'esperienza davvero splendida. E' davvero l'apice del canto; un atto di eroismo; un sublime gesto di carità artistica. Il falsettone è da un punto di vista sonoro meno coinvolgente, ma permette salite verso l'acuto meno difficoltose e assolutamente più controllabili."

Capito tutto? Quindi? Com'è che cantate? Io sono ancora più confuso.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Io arrivo al massimo all'Osteria numero nove ( paraponzi-ponzi-pa), o a Fanfulla da Lodi, condottiero di gran rinomanza.
Ribaldo, aiutoooooo!!!!

Anonimo ha detto...

Ahahahahahahahah.... beh.... sei a buon punto se consideri che Orietta Berti è rimasta a Finché la Barca va

Poto ha detto...

La seconda foto ha un che di.... vaginale! ;-)

Ecco, anche per oggi ho detto la mia cazzata!

Anonimo ha detto...

Ah... non era una vagina? Io l'ho messa li perchè pensavo lo fosse pensa te!

Danyonopka ha detto...

Antonioooooo... io cosa sono? eh? mi devo mettere a piangere????

Anonimo ha detto...

TU SEI BRAVISISSIMO DANIELE... BRAVISSIMO... TI CHIAMANO UGOLA D'ORO