domenica 18 maggio 2008

La presidente o la presidentessa?

Per la prima volta nella sua storia, la fiorentina Accademia della Crusca, baluardo della purezza linguistica, ha nominato un donna Presidente: Nicoletta Maraschio. La professoressa Maraschio ha chiaramente dichiarato che intende declinare il suo titolo come "la Presidente", nè Presidenta, nè Presidentessa. Il linguaggio ha una sua coerenza e le sue regole ed esse vanno rispettate. Altre lingue sono più malleabili, più aperte alle evoluzioni della società. La lingua italiana è rigida proprio come la società alla quale dà voce. "Anche da noi l'Accademia ha già preso posizione da tempo sul tema. In passato, i titoli professionali erano declinati al femminile solo per i lavori più umili". C'era il sarto e la sarta, il contadino e la contadina, il tessitore e la tessitrice, ma non c'era la leguleia o la notaia o la giudicessa. "Oggi, invece, bisogna adeguare anche i titoli più nobili: la ministra, la deputata, la presidentessa, ecc. ma sarà un lavoro molto lungo e la nostra lingua non è pronta per tale evoluzione".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido la scelta della Prof Maraschio e aggiungo che, grammatica alla mano, il femminile di soldato (che deriva dal verbo assoldare) non può che essere soldata. Se vogliamo difendere la bellezza della lingua italiana soldatessa è pure sgradevole.

Anonimo ha detto...

Senza dire che il sostantivo deriva dal verbo "presiedere". Presidente è la forma più elegante per Presiedente. Trattandosi, in buona sostanza di un participio sostantivato, è corretto che rimanga inalterato anche per il femminile: colei che presiede, la Presiedente, la Presidente.