lunedì 26 maggio 2008

Caligula

Nel 1976 Tinto Brass realizzò un film visionario, estremo, hard e provocatorio (per i tempi): Io, Caligola, opera che ha attraversato mille controversie. Gore Vidal, co-sceneggiatore insieme a Masolino D’Amico, rinnegò l’opera.
Il film fu censurato e attaccato ferocemente; fu proiettato alla fine degli anni settanta, quindi tolto dal mercato e rimontato nel 1984. Il risultato è che oggi Io Caligola sembra essere un film in cerca d’autore poiché lo stesso Brass ha voluto che nei titoli di testa comparisse la scritta "riprese di Tinto Brass", e non regia.
Questo, dunque, è stato il destino, non cercato, di un lavoro costruito su grandi intuizioni visuali ma costretto a un percorso difficilissimo che paradossalemente l’ha reso un vero e proprio film di culto.

Non è un caso che un artista come Francesco Vezzoli, particolarmente sensibile all’arte cinematografica, abbia pensato di edificare la sua più recente fatica creativa proprio intorno al progetto di Brass-Vidal, così maltrattato da censori e controllori di tutti i generi.

L’opera in questione è stata presentata alla 51° edizione della Biennale di Venezia(2005). Il titolo è emblematico:

Trailer for the remake of Gore Vidal’s Caligola.

Si tratta di un trailer pensato per un ipotetico rifacimento di un film che è stato mitizzato proprio dall’ossessione catto-borghese nei confronti del sesso, e soprattutto della fruizione visiva del sesso.

Vezzoli ha compiuto un’operazione espressiva di notevole acutezza. Infatti, ha girato un trailer di un lungometraggio che, forse, non si farà mai, confezionando tale prodotto audiovisivo con una professionalità assoluta e in perfetto stile hollywoodiano.

Questo lavoro possiede però una tale forza formale e comunicativa che si pone al di là della sua ipotetica funzione, esattamente come i trailer delle pellicole veramente realizzate.

Questo "gioco" stimola in noi molte domande. Che rapporto esiste realmente tra un film e il suo trailer?

Quali sono i meccanismi promozionali tipici della comunicazione pubblicitaria cinematografica? I trailer sono opere autonome?
Ed ancora: i trailer cinematografici non rispecchiano forse in maniera dilatata ed estrema i metodi dell’informazione e della comunicazione utilizzati dai mass media?
Probabilmente tali quesiti contengono già le relative risposte.

Il merito di Vezzoli sta nell’aver saputo articolare questo complesso discorso creando un sistema di comunicazione perfettamente in linea con Hollywood, con i suoi schemi e la sua rigida e involontaria comicità.

In Trailer for the remake of Gore Vidal’s Caligola compaiono star del momento come Milla Jovovich, Helen Mirren, Benicio del Toro e Courtney Love, attrici del passato come Barbara Bouchet e una delle interpreti del film di Brass: Adriana Asti.

Il set è quello di una grande villa ultra kitsch di Hollywood, mentre lo stile visuale è elefantiaco e volutamente tronfio.
La voce fuori campo, decisamente stentorea, propone un crescendo ironico sul tema della sensualità/sessualità mentre scorrono sequenze porno ispirate alle orge visionarie brassiane.

Da notare inoltre che i costumi sono stati creati da Donatella Versace.

L’opera di Francesco Vezzoli, come prevedibile, sta generando qualche polemica non tanto per le scene esplicite di sesso quanto piuttosto per l’apparizione verso la fine dell’immagine di Benedetto XVI.

La sua è una scelta chiara: dare un senso "politico" e contemporaneo alla sua opera, operando nell’ambito di un contesto formale, estetico e narrativo determinato da un pensiero, e non in modo banalmente provocatorio e vacuamente offensivo. Siamo, in sostanza, nel campo dell’espressione artistica, un campo per sua natura libero e privo di condizionamenti. E speriamo che ciò venga compreso.

Uno dei più interessanti artisti contemporanei italiani....da tenere sott'occhio...

1 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che cosa c'entra il Papa!!!!!