Quando si parla di iperrealismo a me salta subito in mente la parola invidia. Che invidia! Tutto soccombe davanti alla mimesi della natura. Ma davanti ad una tela di Luciano Ventrone penso si vada oltre ogni tipo di concetto mimetico per giungere ad una vera e propria sublimazione della realtà. Non è un semplice riproporre l'oggetto naturale, ma presentare una dimensione non diversa, bensì nuova... Una dimensione specchio dove ogni personaggio reale vive una vita parallela che va oltre il visibile. La pittura così non rimane solo un'eco biascicata dell'effetto che restituisce il reale ma diventa ampliare la forza comunicativa dell'apparire. Questo e non altro fa Ventrone.
Ecco alcune opere di Ventrone...
Restituisce una dimensione del reale ampliata, non solamente una sua riproposizione, ma una focalizzazione su di essa: una zoommata sulla dimensione estetica dell'apparire. Così la pittura si confonde con la realtà grazie allo scopo demiurgico del pittore, alla sua pittorica taumaturgia. Così, se la pittura diventa scultura Luciano Ventrone diventa Ron Mueck.
Ecco alcune opere di Mueck...
Una ricerca del dettaglio che porta a concepire la semplice esteticità come una vera e propria filosofia, come un pensiero altissimo di cui ognuno deve partecipare... Perchè se la realtà è meravigliosa l'artificio, a volte, lo è molto di più.
giovedì 11 dicembre 2008
Forme di vita nuova
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1 commenti:
Ho un rapporto ambivalente con la pittura iper-realista: da una parte la adoro per lo sconvolgente virtuosismo tecnico ( lo stesso motivo per cui amo i fiamminghi); dall'altra, da quel sempliciotto che sono, non riesco a digerirne l'astratta freddezza emotiva.
Ma penso che la chiave per capirla sia racchiusa nella citazione della "Baigneuse de Valpinçon": anche se preferisco l'originale di Ingres, in questa c'è un'energia inquietante che nell'altra manca del tutto.
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