lunedì 5 gennaio 2009

Riflessioni sull'arte

La bellezza di un quadro non consiste nel fatto che è bella la persona che in esso è raffigurata, ma consiste nel fatto che è "bello" l'occhio dell'artista che la sta guardando, ed è capace di riprodurla.



E' l'artista che vede la bellezza del reale, perchè il reale non è né bello né brutto; diventa tale come frutto di un' operazione demiurgica operata dall'artista.
Più tale operazione è perfetta, acuta, spietata, più il senso dello sconcerto ci prende facilmente di fronte all'opera d'arte.
Chi si trova in queste condizioni ha l'occasione di compiere una delle più interessanti e sottili meditazioni dell'estetica generale, e cioè quale sia il tempo necessario per conoscere un' opera d'arte.
Quanto tempo serve per conoscere l'Ophelia di John Everett Millais?
Come scrive Claudio Strinati: se per il cinema e la musica esiste un tempo prestabilito di fruizione che può portare più o meno integralmente alla conoscenza dell'oggetto, per un quadro qual'è il tempo di fruizione?
Non lo sapevano gli autori, non lo sappiamo noi fruitori e forse non si potrà mai sapere in quanto, forse, per un'opera d'arte non esiste un tempo di fruizione prestabilito.
E forse la bellezza dell'artificio è proprio questa.. esso si compie per goderne in eterno... o per un solo e limitato attimo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

scusa peffavore potevi mettere quelle ftograffie un pò di uomini nudi che queste cose difficili non le capivo moltissimo ho fatto le elementari e ero stato rimandato a una volta pero i masci nudi mi piacievano molto grazzie.

Comm. Ovofalco Mungivacca Ristamintozzi.

Gan ha detto...

Siiii, facce vedè la battaglia d'ignudi der pollarolo e quella statua greca cor bonazzo che accoppa er lucertolone!

byb ha detto...

quanto tempo sia necessario per conoscerla non lo so, so che mi rendo subito conto che è un quadro molto bello.
ma forse nel computo del tempo necessario per apprezzarla andrebbe inserito anche la preparazione precedente, la lettura e la visione di interpretazioni di Amleto, etc... che preparano l'animo a capire cosa stia succedendo, e a leggere nelle azioni di questa Ophelia, l'anima che altri già hanno descritto.

eppure non solo dell'animo di Ophelia è della storia di Amleto è fatto questo quadro. in cui facilmente si può dire rievoca il profumo di stagno, di foglie secche, di legno, di funghi, di bosco e di fiori, per chiunque lo abbia già conosciuto. e può apparire perfino scontato dirlo.

e chissa quante cose ancora sono dentro questo quadro.

Anonimo ha detto...

Caro Byb, affermo con certezza che è il quadro più bello che io abbia mai visto... o almeno, quello che mi ha lasciato più a bocca aperta. E' un auqlcosa che va oltre la bellezza dell'iperrealismo della natura, del soggetto, della storia tragica raccontata. E' un lirismo che trascina nel papavero che addormenta, nella viola che ricorda, nel salice presagio di sventura, nell'acqua che accarezza... nella vita che se ne va. Hai ragione Byb... un quadro è sempre molto di più di quello che effettivamente è.
E quest'opera di Millais è ancora un passo più in là.