martedì 20 gennaio 2009

Dolce e Gabbana contro Armani

Veleni e polemiche - parte II. Dolce e Gabbana replicano all'attacco di Armani: «Sicuramente abbiamo ancora tanto da imparare, ma certo non da lui». Il re della giacca ieri li ha accusati di aver fatto pantaloni identici ai suoi: «Adesso copiano, domani impareranno». L'atmosfera si arroventa in un palleggio di botta e risposta. I due stilisti spiegano: «Armani non è mai stato per noi fonte d'ispirazione stilistica e da anni non guardiamo più le sue sfilate».
Dolce e Gabbana

Poi aggiungono: «Abbiamo fondato la nostra fortuna creando uno stile Dolce e Gabbana legato alla Sicilia, alle sue tradizioni e alla sartorialità, un' impronta riconosciuta in tutto il mondo». Poi concludono con la stoccata: «Come diceva Picasso, copiare dagli altri è inevitabile, mentre copiare da se stessi conduce alla sterilità». Che meraviglia!

1 a 0 per Dolce e Gabbana.

La «faida fashion» rimbalza da una passerella all'altra, è il gossip di giornata. «Essere copiati è un onore, mio fratello Gianni era copiatissimo e continuano a plagiarci, ma appropriarsi di un'identità e di una storia è difficilissimo. Versace resta Versace», sottolinea Donatella Versace, come dire che ogni marchio ha il suo Dna che si riconosce lontano un chilometro anche quando non c'è il logo a vista.

2 - LA BARUFFA DEGLI STILISTI
Natalia Aspesi per "la Repubblica"

Nell´Arte si cita, nella Moda si copia. Però senza scopiazzature la moda non esisterebbe, non c´è una sola novità osannata dai suoi adepti che non risalga almeno a quattro o cinque generazioni di altri indefessi copiatori, giù giù sino all´età della pietra con i loro primi rappresentanti, già allora occupati a copiare felci, o pelo di giaguaro o nuvole, per poi rinfacciarsi tra loro di aver copiato la copiatura.

Negli stanchi giorni della moda maschile milanese, poca stampa straniera, pochi compratori, nasce un caso di politica creativa e mercantile attorno a un paio di pantaloni matelassè, che l´Emporio Armani fece sfilare un anno fa e Dolce & Gabbana, con modeste variazioni, ha presentato adesso.
Giorgio Armani

Precedenti storici i pantaloni dei samurai, antenati popolari le vestaglie di nailon adorate in passato dalle partorienti, oggettistica ispiratrice le borse di Chanel, parentela con la moda l´invasione annosa di cappotti stivali giacchini berretti gonne impermeabili trapuntati, ormai intasanti le bancarelle rionali: il passo è stato breve e ovvio, dal sopra al sotto, dal busto alle gambe, si aspettano le mutande, non ancora trapunte; senza contare l´arredamento, divani di cretonne trapuntati copiati dalle poltrone inglesi Regency di pelle trapunta, testate di letto di raso trapunto con cornici dorate ispirate al cinema americano anni ´50; persino pareti trapunte e non solo quelle in voga in passato nei manicomi, e le trapunte-trapunte che ammorbano i letti dei freddolosi?

Si sono visti persino mobili dementi trapuntati, giusto per offrire cose esclusive ancorchè orribili a emiri insaziabili. Al ristorante si gusta carne ai ferri trapuntata dalla griglia, in casa le torte le facciamo sempre con una copertura di pasta da noi stesse disposta a trapunta. Insomma, se il mondo è una trapunta, magari uno non si accorge di copiare, perché ne ha gli occhi e i pensieri pieni: ma anche se copia, in un mondo che continua a riprodursi, che male ci sarebbe?

Perché se mai la domanda dovrebbe essere: si è visto in giro negli ultimi mesi qualche eroico giovanotto con pantaloni trapunti? E se no, in questo periodo di gravissima crisi dei consumi, era il caso di copiarli? Lo studioso Quirino Conti ricorda il Don Giovanni di Mozart con le citazioni di musicisti suoi contemporanei, e i manieristi che si ispiravano a Michelangelo, e la Transavanguardia che aveva in mente De Chirico e Severini, e l´architetto Aldo Rossi appassionato del cinquecentesco Serlio. E tutti si sentivano onorati dall´omaggio fatto al citato che se non sottoterra, se ne sarebbe gloriato.
Donatella Versace

In letteratura, poi, le citazioni certe volte sono fotocopiature complete, ma pochi se ne accorgono, e se mai chiedono scusa: non tutti perché è capitato che, accertato che un volume su un grande artista del passato era copiato di sana pianta, il responsabile del pasticcio se ne è gloriato, bastando il suo nome a dar lustro al lavoro di un altro però sconosciuto.

Nella moda poi la copiatura o citazione è indispensabile anche quando risulta rivoluzionaria: Conti ricorda il New Look di Dior del 1947, che fece impazzire le donne di tutto il mondo, perché dopo la tragedia della guerra, riproponeva femminilità e abbondanza. Si sa che il grande couturier era appassionato di estetismi settecenteschi, e non fece altro che proporre una giacchina ispirata a quella chiamata caraco, che alla fine del XVIII secolo era stata lanciata tra l´aristocrazia francese dal duca di Aguillon, che a sua volta l´aveva copiata dalla "robe à la Susanne" portata da secoli dalle contadine.

Dior ci aggiunse una gonna ispirata alla crinolina che alla fine del ´700 madame Bertin aveva imposto a corte, ricordando il guardinfante secentesco; per dire che tutto ritorna, tutto si copia, una gonnona tipo crinolina ingombrò le infelici signore della mistica della femminilità negli anni ´50, poi l´abbiamo vista qualche stagione fa sulle passerelle di Dolce & Gabbana. E ci si augura di rivederla presto, simbolo forse, di crisi economica superata.
Gianni Versace

Chiunque sia entrato negli studi degli stilisti dove nascono le collezioni produttrici (adesso meno) di favolose ricchezze, ne osserva le pareti straripanti di libri e riviste, tutte segnate e cariche di post-it, e l´équipe creativa sta sempre consultando di tutto, immagini di vecchie sfilate di grandi maestri (da Schiaparelli e Yves Saint Laurent, a tutt´oggi depredati fino all´ultimo bottone) o delle ultime invenzioni dei concorrenti contemporanei in odio reciproco, tomi sull´arte indiana o sulle bardature dei cavalli lipizzani, cataloghi di fiori e enciclopedie sull´arte pellerossa, fotografie di bordelli primo novecento e dispense sulle divise militari della guerra boera; e soprattutto cinema e divi del passato, dagli anni ´10 agli ´80, massima fonte di ispirazione per centinaia di maestri della moda.

Le librerie più attrezzate sanno cosa fornire a questi insaziabili divoratori di libri illustrati, dai mobili di Frank alle cartine delle vecchie caramelle, dalle statue d´oro del presidente del Kazakistan alle parate dei travestiti australiani, dai protagonisti dell´avanspettacolo ai tatuaggi bantu. Tutto serve, tutto si cita, tutto si copia. È la Moda!

3 commenti:

Poto ha detto...

Ero qui che attendevo fremente un Vs. post in merito...
Allora, dare o non dare il mio parere?
Si, lo do (tanto immagino si sappia... o forse Vi stupirò)

Anzi, sai che Vi dico?

Siccome sarà una cosa lunga, faccio come D&G (Voi siate i miei Armani).. "prendo spunto" e ne faccio un post! :-)

SPero che la cosa non Vi turbi tanto da lanciarmi degli anatemi..

Omoeros Gay News ha detto...

Quando inizieranno a graffiarsi in diretta su Glamour TV?

Poto ha detto...

Spero che la rissa venga condotta da Jo Squillo...
Hai presente il livello di trash raggiunto?!