martedì 15 aprile 2008

Francesco del Cossa: nel segno della lumaca.


Francesco del Cossa è un pittore Italiano, nato a Ferrara nel 1435, conosciuto principalmente per aver dipinto Il Salone dei Mesi di Palazzp Schifanoia di Ferrara. Un’impresa molto impegnativa nella quale il pittore dimostra già di padroneggiare un proprio linguaggio espressivo, caratterizzato dalla misura solenne degli spazi, figure plastiche e luminose, linguaggio tra l'altro influenzato dalle sperimentazioni di Pietro della Francesca ( rigore geometrico ) e di Cosmé Tura.
Una delle sue opere più importanti è "l'Annunciazione alla Vergine", ora conservato a Dresda, che ci porta a riflettere su determinate tematiche importanti nell'ambito artistico.

Cosa ci fa quella lumaca alla base del quadro, bavosa, che dall'angelo prostrato si dirige verso la Vergine? Perchè del Cossa ha voluto inserire un soggetto del genere in un'opera che doveva essere collocata come pala d'altare? Le domande a riguardo non sono incolore, specialmente se prendiamo in considerazione il fatto che, essendo l'opera collocata sull'altare maggiore, ogni qual volta il sacerdote avesse dovuto innalzare al cielo l'ostia avrebbe dovuto per forza di cose fare i conti con la lumaca posta alla base della tela.
Come mai una scelta del genere?
Molto spesso l'estro dell'artista porta alla rappresentazione atipica: ma perchè proprio una lumaca?

Nell'antichità la lumaca era una figura allegorica molto importante. Si credeva infatti che la lumaca venisse fecondata dalla rugiada della sera. Successivamente, l'allegoria della lumaca si fa forte di una filosofia prettamente mariana: il mollusco illibato, fecondato dalla brina della sera rimanda alla fecondazione di Maria per mezzo dello Spirito Santo.
Ogni dubbio, da parte degli iconografi deve essere necessariamente eliminato per non trasalire di fronte all'incompreso. I dubbi rimangono e questa spiegazione non basta. La lumaca non può essere semplice vezzo dell'artista o allegoria della verginità mariana, altrimenti si rintracciarebbero innumerevoli opere con riferimenti simili già dal medioevo.
Cosa sta ad indicare allora la lumaca?
Essa si inserisce in uno spazio aperto, contrapposta alla Madonna che si installa salda sotto un salda architettura. Alcuni studi, che porteranno poi alla realizzazione dell'alzato plastico delle architetture rappresentate nell'opera, dimostreranno come l'edificio dipinto sia immaginario, come non segua le regole della prospettiva lineare con punto di fuga centrale (nata in quegl'anni), ma sia frutto di un rilievo degli spazi e delle forme " ad occhio ", quindi seguendo una prospettiva trigonometrica o angolare, quindi una razionalizzazione personale della realtà.

Importante anche la colonna, che divide in due lo spazio, destro e sinistro, e si interpone salda a rappresentare Dio, suddividendo così la scena in veri e propri spazi determinati.
Secondo delle diagonali immaginarie che andremo a tracciare possiamo notare come la Madonna vada a legarsi strutturalmente con l'angelo. E la lumaca? La lumaca con Dio.
Dio che è raffigurato nell'ultimo piano in alto a sinistra secondo una silhouette che combacia perfettamente con quella del mollusco preso in considerazione.
Cosa vuol dire?
Dio e la lumaca.
Dio è la lumaca!
La lumaca che sembra trascinarsi dietro, con la sua lentezza, con il suo avanzare stanco e calmo, tutto il tempo. Non a caso, se andiamo a rifletterci sù, la lumaca si trascina molto spesso dietro l'allegoria del tempo che scorre.
E cosa centra Dio con il Tempo?
Nel medioevo molto spesso veniva associato Dio alla lumaca, un Dio Lumaca, come forma di rimprovero. Si rimproverava a Dio il fatto che, dal giorno della Creazione alla venuta del Signore, avesse lasciato correre troppo tempo.
Ma può una tesi del genere essere esaustiva? NO, non basta. La lumaca si porta dietro un segreto ancora più grande, è la chiave di lettura di tutta l'opera! Si dirige dall'angelo verso Maria, da Dio verso Maria. Si cerca, si cerca... fino a quando non si vede!
Il senso dell'opera nascosto. Non l'Annunciazione ma la Fecondazione.
Dio che feconda Maria, l'historia albertiana, la finestra aperta su un fatto specifico e non su tutta la realtà.
Il fatto che non si vede ma che avviene: nel grembo!
La Madonna che si alza le vesti quasi a farsi fecondare.
L'angelo che nel saluto indica la colonna-Dio!
La lumaca, che si porta dietro la sua casa, che si lascia fecondare dalla brina della notte, che si dirige verso la donna.
E intanto, in quel grembo, avviene una trasformazione.
La grandezza dell'arte nel rendere ciò che non può essere visto.
Che bellezza!
Quasi mi commuovo.

2 commenti:

Unknown ha detto...

magnifico!! non l'avrei mai detto che dietro a questo semplice dipinto c fosse una storia del genere O.O .. che bella l'arte!

Unknown ha detto...

Bel commento, ma non viene detto da nessuna parte che queste osservazioni, con queste stesse parole, furono fatte dal critico francese Daniel Arasse. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.