Ad Andrano Marina, a pochi km dal mio paese, esiste un bellissimo corso ristrutturato da poco chiamato "lungomare delle agavi". Esso costeggia un tratto di mare limpidissimo dove sorgono una serie di piccole grotte chiamate Verde e Azzurra che si lasciano visitare e scrutare in tutto il loro splendore. Lungo questo tratto di passeggiata, a destra e a sinistra, vi abitano delle gigantesche piante di fico d'india e delle imponentissime agavi che, con i loro corpi aperti verso il sole, sfrigolano ogni giorno sotto i 40 gradi e di notte sonnecchiano sotto un manto di frescura imperlato di densa umidità notturna. Per fortuna avevo la fotocamera digitale.
Questa sera lungo la passeggiata, dal cuore di un'agave, un fiore si ergeva strappando il suo pezzo di cielo con un fendente obliquo: uno spillo puntato sul fianco della notte, una luna come puntale. Quando l'agave fiorisce muore, il fiore è il segno dell'anima che spira, una mano verso il cielo, l'ultimo regalo della pianta alla terra.
Si dice che tagliando il fiore si rimandi la sua morte.
Tagliando il fiore si interrompe il processo di metempsicosi da semplice pianta a stupendo fiore, quel processo che la pianta prepara negli ultimi anni per poi lasciarsi morire.
Un miracolo appeso alla luna, l'ultimo saluto dell'agave che nessuno ha il coraggio di salvare. Quanto amore in una pianta!
sabato 8 agosto 2009
La morte sul lungomare
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diario personale
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1 commenti:
Caspita... che bell'immagine...
Devo venire da quelle parti, altro che storie...
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