mercoledì 5 agosto 2009

Il mare!



Non ho mai amato troppo il mare... questo ventre d'acqua molle percoso da correnti mi ha sempre incusso una grande soggezione
A due passi da casa mia, un piccolo porticciuolo dove ci si ritrova tra scogliere e barche disfatte, ammassi di rocce glassate col sale, una piccola spiaggetta dove si arenano i rifiuti e le alghe si lasciano seccare. Poco più in la una grande distesa di sabbia color carne, riscaldata dal sole come carniccio sul fuoco.
Solo da poco ho riscoperto la magia di questi posti... un'insenatura naturale, una parentesi abitata da persone in cerca di ristoro temporaneo, un rifugio di parole da scambiare con gli sconosciuti, un sorriso sotto il sole, il mio corpo riverso a sonnecchiare.
Il giusto posto, il famoso porto sicuro, in cui gettare l'ancora... uno spazio da abitare con il cuore... sto riscoprendo un sentimento e un'anima nelle cose, i rumori che si lasciano ascoltare solo dall'attenzione, un gorgoglio d'acqua, le voci stagnanti sui muraglioni, il rumore dei piedi sulla spiaggia... la passione del cogliere con la fotografia.. un corpo in corsa, un bambino imbrattato che si arena in una buca, una paletta dimenticata.. Ho letto, ho visto!
Ora finalmente so cos'è l'arte: è Dio che ha nostalgia degli uomini.

3 commenti:

Omoeros Gay News ha detto...

Il mare è sempre fonte d'ispirazione

Gan ha detto...

Credo tu conosca i versi di Baudelaire. Ma li riporto lo stesso, ci stanno particolarmente bene ad incorniciare questo bellissimo post.


Homme libre, toujours tu chérira la mer

La mer est ton miroir, tu contemples ton âme

Dans le déroulement infini de sa lame,

Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer.

Tu te plais à plonger au sein de ton image

Tu l'embrasses des yeux et des bras, et ton coeur

Se distrait quelquefois de sa propre rumeur

Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.

Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets,

Homme, nul n'a sondé le fond de tes abîmes,

Ô mer, nul ne connaît tes richesses intimes,

Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!

Et cependant voilà des siècles innombrables

Que vous vous combattez sans pitié ni remord,

Tellement vous aimez le carnage et la mort,

Ô lutteurs éternels, ô frères implacables.

Dudù (Schimera Antonio) ha detto...

Conosco Baudelaire a malapena, ho sempre preferito Rimbaud... studiando pittura mi ha sempre affascinato il suo accostare i colori alle sensazioni, dare un vestito alle vocali... dimostrando come l'alfabeto abbia un'identità precisa... se non sbaglio delle vocali preferiva la E, la vocale perfetta.
E' bello che tu abbia scritto quei versi in francese...la poesia ha bisogno della lingua madre che la partorisce, della lingua che le lecca la nuca per la prima volta dicendole sono io tua madre... Grazie

La poesia è una lingua divina, la sposa dei cuori solitari ed ebbri...
"Più pura d'un marengo, gialla e calda pupilla,
La ninfea - è la tua fede coniugale, o Sposa!"