"Un giorno sono passato accanto a un prato rosso di papaveri e per la prima volta non ho pensato al sangue... mi sono incantato su quella bellezza così fragile. Bastava molto meno di un ascia, molto meno di una maljutka, bastava un colpo di vento. Era fermo li per noi, quel prato, in attesa dietro quella curva. Un immenso campo punteggiato di lingue rosse, come cuori caduti dal cielo nell'erba. Ero in macchina con mia moglie. Ci siamo fermati e abbiamo cominciato a piangere. Prima io, poi dopo un pò anche lei mi è venuta dietro come un torrente. E' stato un pianto che lentamente ci ha svuotati, ci ha risarciti. E da quella sera abbiamo ricominciato a respirare con il petto. Riuscivamo a sopportarlo. Per anni il nostro respiro è stato fermo alla gola, non poteva andare oltre... Due mesi dopo mia moglie era incinta."
(Margaret Mazzantini: "Venuto al mondo"
giovedì 16 luglio 2009
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