martedì 2 settembre 2008

...quando è troppo è troppo...Vogue India!!!!



Un´anziana a cui mancano gli incisivi tiene in braccio un bimbo dagli abiti sgualciti che indossa un bavaglino di Fendi (prezzo di listino: un centinaio di dollari). Stretta a bordo di un motorino, una famigliola di tre persone affronta gli spostamenti quotidiani; al polso, in bella vista, la mamma tiene una borsa di Hermès, modello Birkin (solitamente costa più di diecimila dollari, ammesso di riuscire a trovarne una). Un uomo senza scarpe né denti gira con un ombrello Burberry (il cui prezzo si aggira sui duecento dollari). Benvenuti nella nuova India. O quanto meno, nell´India vista attraverso gli occhi di “Vogue”.
Nel suo numero di agosto, “Vogue India” ha presentato un servizio di sedici pagine che era un tripudio di morbide borsette, pochette sfavillanti e ombrelli status-symbol. A sfoggiarli però, non erano le stelle della passerella o i rappresentanti delle classi più privilegiate della società indiana, che di fatto potrebbero permettersi tali accessori, ma degli indiani qualunque.

Forse allora non c´è da sorprendersi che qualcuno non abbia trovato divertente l´
idea. Il servizio «non solo era pacchiano, ma decisamente di cattivo gusto», ha scritto Kanika Gahlaut, giornalista del quotidiano “Mail Today”, che ha denunciato le foto definendole «un esempio di volgarità».

Non c´è nulla «di buffo o di divertente» nel mettere addosso ad una persona che vive nella miseria, in una capanna di fango, degli abiti firmati Alexander McQueen, ha aggiunto in un´intervista telefonica. «Santo cielo. Qui da noi ci sono contadini che si suicidano», ha detto riferendosi alle migliaia di coltivatori indiani che negli ultimi dieci anni si sono uccisi per i troppi debiti.

La direttrice di “Vogue India”, Priya Tanna, risponde alle critiche con un´esortazione: «Non prendete tutto cosí sul serio!». “Vogue” è una rivista incentrata sul «potere della moda», sostiene, e il servizio in questione voleva comunicare che «la moda non è più un privilegio esclusivo dei ricchi: chiunque può farla propria».

Stando ai dati diffusi la scorsa settimana dalla Banca Mondiale, in India quasi la metà degli abitanti (circa 456 milioni di persone) vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Ma in India esistono anche una classe ricca in rapida crescita e un ceto medio sempre più numeroso, grazie ai quali questo Paese è considerato uno dei nuovi mercati più allettanti per quanto riguarda la vendita di prodotti di lusso.

Eppure, per i produttori di beni di lusso che si affacciano sul mercato indiano il contrasto tra la povertà e il diffondersi della ricchezza presenta uno sgradevole dilemma: come si fa a vendere una borsetta da mille dollari in un Paese dove alla maggior parte degli abitanti una vita intera non basterebbe per guadagnare tale cifra? E in cui molti muoiono di fame? La risposta non è chiara, ma certo il metodo adottato da “Vogue” potrebbe non essere quello più indicato.
....Un povero bambino... vestito Fendi...

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