lunedì 30 giugno 2008

MINA E LA VANONI O LA VANONI E MINA?



Mina e Ornella, le regine della canzone italiana, per la prima volta insieme: la clamorosa rivelazione, "strillata" in prima pagina l'altroieri su Repubblica, ha colto tutti noi di sorpresa come il risveglio improvviso di un vulcano che si credeva spento per sempre. Già, perché ormai avevamo davvero perso le speranze che questo connubio, troppe volte vagheggiato, potesse mai concretizzarsi. Ma è prerogativa delle grandi primedonne riuscire a spiazzare sempre e comunque il pubblico con mosse inaspettate. Tutto è nato dal progetto discografico con cui la Vanoni si appresta a festeggiare (pure lei!) i suoi 50 anni di carriera: un album prodotto da Celso Valli in cui l'ex-cantante della Mala rivisiterà i suoi grandi successi in duetto con alcuni big più o meno eccellenti della canzone italiana, da Paoli a Dalla, da Morandi alla Mannoia (ma anche Jovanotti, Baglioni, la Consoli ed altri ancora). Della partita non poteva non far parte anche Mina, che ha accettato con gioia la proposta di intervenire nel disco. "L'unica cosa - ha precisato Massimiliano Pani nel confermare la notizia - è che a mia madre non sembrerebbe giusto realizzare il duetto su un pezzo classico, vogliamo un brano inedito e bisogna trovare una cosa forte, altrimenti non ha alcun senso, questa è l'unica condizione che abbiamo posto". "Abbiamo già alcuni pezzi che potrebbero andar bene", ha aggiunto dal canto suo un'entusiasta Ornella, lasciando intendere che il momento dello storico incontro potrebbe essere molto vicino...Auguri infiniti alle Signore, dunque, e un buon ascolto a tutti noi!

giovedì 26 giugno 2008

Lettere dal Vaticano: svestiamo Maria!


Il Vaticano si apre al contemporaneo e, secondo quanto riportato dall’Osservatorio Romano, vorrebbe vedere immagini pittoriche più veritiere di Maria che allatta Gesù Bambino. Ovvero una Madonna meno vestita e più donna ripresa nell’atto naturale dell’allattamento.

Tempo di cambiamenti quindi per la Santa Sede che modifica l’atteggiamento sostenuto per quattro secoli di storia dell’arte di rappresentare la Madonna come figura immacolata, lontana dai canoni terrestri, umani, carnali.

giovedì 19 giugno 2008

Tintoretto non è antico


Tintoretto non è antico.
Parlando con un anziano signore inglese ho scoperto che Tintoretto è antico.
Mentre gli influssi primitivisti dell'arte africana sono contemporanei.
Beh, io so che il primitivismo è primitivo, nel senso che è primitiva la nudità, è primitiva una scena di genere, è primitiva una donna nuda, la Venere di Giorgione, San Giorgio e il Drago di Donatello, è primitivo Damein Hirst almeno quanto Guttuso.
Ma Tintoretto è nuovo, fresco, affatto primitivo.
Cosa c'è di primitivo in una visione, in un sogno?
Per la sua energia fenomenale nella pittura è stato soprannominato "Il Furioso" ed il suo uso drammatico della prospettiva e della luce lo ha fatto divenire il precursore dell'arte barocca, l'inventore di un nuovo linguaggio fatto di luce e di vortici di forma.
Come nella sua "Ultima Cena":
Tintoretto dà una certa umanità al dipinto, ambientandolo in una sorta di taverna veneziana, per trasportare i personaggi nella sua epoca e per dargli quel leggero senso di realismo.Ci sono tre livelli di luminosità: profana, religiosa e spirituale. La luminosità profana è gestita dalla lampada a soffitto che irraggia l'ambiente e colpisce i vari personaggi. La luminosità religiosa è data dall'aureola degli apostoli e di Gesù Cristo. La luminosità spirituale deriva dalle figure fatte solo di luce, usate dal pittore per conferire spiritualità ai presenti. Inoltre, Tintoretto si serve di questa luce per creare veri e propri personaggi alle spalle degli apostoli che non saprebbe come descrivere altrimenti, e che hanno sembianze di putti.
Quella che appare sulla tavola verso il basso (prospetticamente vicino all'osservatore) sembra una torta con delle candeline, ma non si è riusciti a capirne il suo significato.

Cosa c'è di primitivo in Tintoretto io ancora non lo so!

mercoledì 18 giugno 2008

MARISA LAURITO 1989



Unica, inimitabile, cafona...un vero mito!!!

domenica 15 giugno 2008

Maria Callas -- Habanera (1962)

..intensa, espressiva, ammaliante...voce Sublime....un MITO...

lunedì 9 giugno 2008

Anni 80

LONDRA, 5 GIU -

La moda degli anni Ottanta era brutta perche' andava contro le leggi dell'evoluzione, afferma un docente di Oxford.

Lo studioso afferma che l'evoluzione ci ha insegnato ad apprezzare la simmetria, e che ne siamo attratti. Gli 'eighties', il decennio dei Duran Duran, degli Spandau Ballet di Cyndi Lauper e di una giovanissima Madonna con i loro tagli di capelli asimmetrici e gli abiti pieni di sbuffi dei gruppi neoromantici, andavano contro questa legge naturale.
ovviamente ogni anno, ogni stagione uno o più stilisti ripropongono, più o meno fedelmente qualche mood, qualche dettaglio in voca durante i ruggentissimi anni 80.
(qui sotto due proposte d & g ss 2007)


..forse lo studioso(!) ha ragione, forse no...come per ogni periodo, c'è sempre qualcosa da salvare e qualcosa da incenerire...ma, fondamentalemnte, l'eccesso, i colori fluo, le mega spalline alla star treck, i capelli cotonati oltre l'impossibile, e quei giganteschi fiocchi buttati li come se piovesse e soprattutto, quell'odiosa trama " a Rete" che investi tutto, dalle calze(ammiccanti e gratuitamente volgari) ai costumi da bagno ai leggins, ma anche il pizzo, i chilometri di pizzo nero... erano davero un po troppo...


Ma negli anni ’80 un fenomeno di costume di proporzioni gigantesche fu la nascita di una nuova specie umana: le top model.
Se negli anni ‘60 e ‘70 queste spilungone ossutissime erano semplicemente dei manichini semoventi, nel decennio dello stravizio e del rampantismo acquistano un ruolo fondamentale nella società…rovinando la vita ai comuni mortali di genere femminile.
Le modelle dei primi anni 80 avevano abiti fluttuanti o costumi a vita bassissma, meches, e naturalmente taglio scalato, con effetto ventilatore.

Nella seconda metà del decennio invece, avevano trucco stile maschera di carnevale con guance coloratissime e bocche da sbirulino, spalle da rugbisti e vestiti dai colori improbabili: un must del periodo era uno shokkante accostamento del viola al nero, fiocconi enormi e bottoni sparsi un po’ dovunque. I costumi diventano ascellari, sgambati al punto tale da essere appoggiati alle anche, costringendo tutte le donne a depilazioni di rara ferocia


poi vennero gli anni novanta, venne il minimal...decidemmo di diventare tutti più sobri, e uscimmo di casa con il pigiama palazzo....

giovedì 5 giugno 2008

Naomi Campbell: il film ( The true story of naomi Campbell )

Da sbudellarsi dalle risate... tutti i retroscena... tutti i dietro le quinte della vita di Naomi Campbell... e delle sue assistenti: M E R A V I G L I O S O !!!

Corpicrudi vs Alessandro De Benedetti: SS 08

LUX AETERNA corpicrudi vs alessandro de benedetti springsummer08


Quando l'arte e la performance incontrano la moda!

Osare




Osare una parodia della parodia, quando la prima parodia (dell’arte stessa) è made by Damien Hirst, e si intitola "l'impossibilità fisica della morte nella mente di chi vive", alle volte può colmare la misura. L’artista ceco David Cerny ha messo sotto formaldeide un modello a grandezza naturale di Saddam Hussein, esponendolo in giro per l’Europa centrale.

Il lavoro si intitola, a farlo apposta: “Shark”. I commenti, posso lasciarli a voi?

Come lo spauracchio di un grosso squalo continua ad insistere sul suo pubblico, perfino sotto formaldeide, sia pure esso composto di asciuttissimi frequentatori di gallerie, e non più solo subacquei in pericolo di vita; così Saddam, anche esposto come fu, alla più tremenda gogna mediatica, politica etc., e pure dopo la sua morte stessa, continua a esercitare il suo particolare fascino sull’artista ceco.

mercoledì 4 giugno 2008

Focus on

Louis Vuitton... destrutturare destrutturare destrutturare. Una donna gendarme... con i colori della metropoli, un edificio moderno con i suoi gioielli araldici. Questa la donna autunno inverno 2008 2009 di Marc Jacobs for Louis Vuitton. La silhouette destabilizzata restituisce nuovi equilibri e nuova dinamica in una sfilata che definirei molto interessante per la nuova frontiera del definire!

gatto mio e tuo

Non c'è un vero motivo che mi ha spinto a scrivere questo post.
O, forse si!
Ieri, come al solito, ho portato in aperta campagna il mio micino, magro magro, secco secco e tanto vispo.
Ad un certo punto, s'è messo a correre in mezzo al prato, come non aveva mai fatto prima.
Mi sono spaventato. Ho pensato: Questa volta lo perdo!!!
Mi metto a correre...maledetti zoccoli...nel campo di grano secco non ci riesco a correre...rallento...ho l'affanno...sono terrorizzato....l'ho perso. Non lo vedo! Non lo vedo!
Mi fermo...riprendo un po di fiato...faccio un sorriso...non so perche, mi sento tranquillo, qualcosa mi dice che posso stare più che tranquillo.
Mi volto nella direzione opposta, comincio a camminare e torno vicino alla sua gabbietta, quasi 100 metri piu i la!!! Adesso che ci penso credo di essere stato un pazzo...ma forse non è cosi...ho solo, soltanto, avuto fiducia!
In un gatto?
Fiducia in un gatto?
Si, ho avuto fiducia nel mio gatto.
Ho avuto fiducia nel suo AFFETTO PER ME!!!
Mi siedo accanto alla sua gabbietta....dopo 3 minuti, lo vedo comparire ...dopo 1 minuto era sotto i miei piedi...e chiedeva due coccole..forse, mi chiedeva scusa per lo spavento che mi aveva fatto prendere...

tutto questo mi ha fatto capire una cosa fondamentale: il gatto si affeziona!
Non è indipendente e strafottente come si dice di solito...
il gatto è un meraviglioso compagno di vita.
e con questo piccolo post voglio ringraziare lui, che ogni giorno è li, a chiedermi di occuparmi di lui, a farmi sentire importante per lui, a non farmi mai sentire solo...grazie Nino!!!


E i miei amici?
anche loro hanno o hanno avuto un loro compagno di vita molto peloso....e con un trucchetto, ho chiesto loro di descrivere i loro peluches viventi...sorpresa: hanno descritto un po loro stessi...


Ai nostri gatti...al loro ruffiano e peloso Amore...


da Daniele: il mio gatto?: opportunista!!! Si avvicina e si struscia quando vuole lui...si fa i cazzi suoi e poi quando è comodo si avvicina...
e vuole due coccole...lo adoro per questo!!!
da Marcello ...parlando del suo micione, che ormai non c'è, Tommy:
Bello no? Bellissimo. L'unica cosa bella che ho avuto, regalata da papà mio tra l'altro!
Com'era di carattere?
Stronzo, ma di quelli forti.
Dolce?
Per niente.
Testardo, alla fine tutti facevano quello che voleva lui.
Carezze? Entro i limiti, limiti molto ristretti...insomma talmente stronzo che nn potevi non volergli bene.
Forse capita lo stesso anche con gli uomini....



piccola poesia....
"Il gatto in un appartamento vuoto"
di Wislawa Szymborska

Morire - questo a un gatto non si fa.

Perché cosa può fare il gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.
Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c'era qualcuno, c'era,
e poi d'un tratto è scomparso,
e si ostina a non esserci.
In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Cos'altro si può fare.
Aspettare e dormire.
Che provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.


..............dal sussidiario delle elementari, tanto ingenua...tanto dolce....
Come è bello il mio micino
tutto nero e profumato
bianco ha solo il suo musino
manco fosse incipriato
Ha due baffi!
oh che baffoni! e gli occhietti
oh che bricconi.
è me d'attorno a giocare tutto il giorno
Quando attento fo il dovere
mi disturba che è un piacere
e la penna che va in fretta
vuol fermar con la zampetta.

da Beniamino: i miei gatti? anzim le mie gatte? :
Chanel: dolce e domestica, magari un pò pigra, ma con degli sprazzi di curiostà e voglia di avventura...
diffidente con il cibo, molto meno con gli esseri umani...mai toccarla nelle parti basse!!( e io, scrittore di questo post aggiungo: di una bellezza sconvolgente...)
Lucia: dormigliona e fedele alla casa, diffidente con le persone, ma nn con il cibo..non ama farsi prendere in braccio ma ama dormirti addosso


da Antonio: allora, il mio gatto Rhenè è molto affettuoso con me e con chi conosce, riservato con gli altri.
Ha moltossime abitudini umane ed è molto geloso delle sue cose....aggiunge in un postilla...il mio gatto? è il migliore di tutti gli altri gatti.


...ultimo saluto...


Nel suo passo di cenere la brezza
mette un pugnetto di scintille.
Non sarebbe altrimenti l'incedere del gatto
della stessa materia dell'aria e del cerbiatto.
Troppo elegante per avere un io
crudele e indifferente come Dio.


.......................

Io mi auguro di avere in casa mia:
un amore provvista di prudenza,
un gatto a passeggio tra i libri,
e in tutte le stagioni amici
di cui non posso far senza

Calendario Pirelli? C'è la Boscono


La natura incontaminata, gli animali selvaggi che fanno paura, la polvere sottile della savana, il senso di libertà e di timore: ecco il backstage del nuovo Calendario Pirelli che verrà presentato il prossimo novembre. Sette modelle nude che salgono sugli elefanti e si rigirano nella melma vicino ai pachidermi. Tra loro anche un'italiana Maria Carla Boscono.
Nella palude del Botswana, Peter Beard scatta le immagini del 36esimo calendario. Le modelle sono bellissime, selvagge e senza veli ritratte con i corpi perfetti e perfettamente a loro agio nella natura. Tra loro c’è anche Mariacarla Boscono, modella romana che per la terza volta nella sua carriera entra a far parte del prestigioso cast del Pirelli. E ancora Lara Stone e Rianne Ten Haken (che potevano forse risparmiarsi?). Maria Carla con capelli lunghi, scuri e ricci, sguardo severo, fascino e sensualità selvaggia la modella viene ritratta accanto al pachiderma.

Si arrampica alla zanna dell’elefante e resta penzoloni insieme alla top model polacca Malgosia Bela, poi si tuffa, si rotola nella melma , fa il bagno con gli animali. Dieci giorni nella savana, un compenso che va dai 10 ai 20mila dollari e tanta fatica.
Ma per le sette top ne è valsa sicuramente la pena: partecipare al Pirelli val ben oltre il cachet della più ricca delle sfilate.



martedì 3 giugno 2008

YSL by Aspesi


Natalia Aspesi
Quelle parole dai "Guermantes" di Proust le teneva incorniciate sulla sua scrivania, come lo specchio che rifletteva la sua incapacità di vivere: «Noi gustiamo musiche delicate, bei quadri e mille squisitezze: ma non sappiamo quanto esse sono costate, ai creatori, di insonnie, di pianti, di risa spasmodiche, orticarie, asme, epilessie: e quel terrore della morte che è la cosa peggiore di tutte».

Incontrare Yves Saint Laurent era praticamente impossibile, difeso con estrema crudeltà dal suo compagno e socio Pierre Bergé e da una selva di feroci e belle assistenti che lo controllavano come fosse un ammalato grave. Eppure ricordandogli quella frase proustiana, sembrò uscire dalla sua angoscia e dal suo torpore, e quasi liberarsi dal corpo che il tempo, i farmaci, le disintossicazioni, la depressione avevano appesantito.

Era il marzo 2001, a Palermo, dove lui, schivo e sempre appartato, aveva accettato di andare, felice per quel premio internazionale 900 che non veniva assegnato alla sua fama di massimo creatore di eleganze forse ormai obsolete, ma al suo lavoro per il teatro e il cinema, e quindi per aver contribuito, con la sua opera, «ad accrescere il patrimonio di conoscenza, sapienza e bellezza dell´umanità». «Questo riconoscimento è un onore per me, anche perché mi sento estraneo al mondo della moda di oggi che mi spaventa e mi fa orrore».

Un paio di anni prima aveva venduto la sua maison di pret-a-porter all´uomo di affari Pinault, e malgrado la valanga di soldi che ricadevano su di lui e sul socio-compagno, del resto già ricchissimi, patì enormemente per l´ingratitudine di quel mondo effimero che in un battibaleno applaudì freneticamente il suo sostituto, quel Tom Ford, star meteora del momento che rappresentava tutto ciò che feriva il suo senso dell´eleganza e della femminilità.

«La bellezza mi trascina verso la purezza: penso che un creatore debba rispettare il corpo che veste perché tutte le donne, anche le meno belle, in qualche modo lo diventino: la bellezza è l´eleganza, il gesto, la voce, il modo di camminare. C´è sempre in me questo amore per le donne e questa impossibilità di amarle».

Era riuscito a rendere indimenticabile anche Margherite Yourcenar, prima donna ad essere ammessa all´Academie Française nel 1981. Per quella solenne occasione aveva preparato per quell´anziana, grossa e disordinata signora un lungo abito di velluto di grande sobrietà, con un grande scialle di seta bianca a coprirle i capelli. Nel gennaio del 2002, a 66 anni il couturier, affranto e dolente, abbandonava anche la haute couture, quella che aveva vestito regine e che doveva ormai accontentarsi di clienti dai miliardi dubbi e troppo recenti per non procurargli nausee e malori. Ma nessuno lo avrebbe sostituito perché salvando il suo onore e il suo passato, la Maison finiva con la sua uscita, simbolo di un tempo e di un mondo intellettuale, spericolato, colto e raffinato, ormai del tutto scomparso.

Nel suo best seller "Mai il mondo saprà", Quirino Conti ha dedicato a Saint Laurent un lungo capitolo intitolato "gli ennérvés": «Lui si identificava in Proust e nella sua assoluta diversità, nella sua sessualità dolorosa, nell´ipersensibilità, come lui ha cambiato la sua vita con la sua opera». Nel marzo del 2006 a Parigi c´erano tutti, quelli della moda rampante e per niente haute, per l´immensa retrospettiva che il business volle imporre al pover´uomo settantenne: sfilarono i capolavori della sua genialità, per anni copiati e inquinati da tutti i nuovi grandi della moda.

Fu una monumentale, angosciosa cerimonia degli addii, una specie di prova di funerale di stato alla presenza del compianto stesso, al rimbombo di "Vincerò" della Turandot, e i colleghi già incattiviti che mormoravano, "tra una settimana nessuno si ricorderà di lui".
(la Repubblica)

Una donna crocefissa



L’hanno commissionata e ora se la tengono. La scultura horror di Maurizio Cattelan, commissionata per il Projet Synagogue Stommeln della città di Pulheim si può osservare fino al 10 agosto sul muro esterno della sinagoga.
Per quanto uno dovrebbe essere abituato alle installazioni dell’artista, fanno sempre una certa impressione, e questa della donna crocifissa di spalle con le mani rivoltate è inquietante come tutte le altre (donne e non appese). Come scritto in precedenza il tema toccato dovrebbe riguardare la religione e la lotta disperata contro il potere della morte.
Mi fa pensare alla tortura anche se più guardo i lavori di Cattelan più penso al grottesco.

lunedì 2 giugno 2008

Yves Saint Laurent

Lo stilista francese Yves Saint Laurent e' morto ieri sera a Parigi. Lo ha comunicato la sua fondazione. Yves Saint Laurent, considerato uno dei piu' grandi stilisti del XX secolo, aveva 71 anni.

Chi non ha mai posseduto un capo YSL ricorda comunque il vestito Mondrian (1965), il primo smoking da donna (1966), la giacca sahariana di Veruschka (1968).

E’stato tra i primi a proporre il tailleur pantalone, le bluse annodate sul collo, il nude look, il maculato, i vestiti folk. Nato a Orano in Algeria il 1 agosto del 1936, Yves Saint Laurent entra da Christian Dior diventandone il suo più stretto collaboratore.

Nel 1957, dopo la morte improvvisa di quest’ultimo, diventa il Direttore creativo della Maison. La sua prima collezione da Dior si chiama “Trapèze”, viene presentata nel gennaio del 1958 e fa sensazione.
La collaborazione con la Maison Dior dura fino al 1960 quando viene richiamato sotto le armi in Algeria e la Maison lo sostituisce con Marc Bohan.
Al suo ritorno fonda insieme a Pierre Bergé e con l’aiuto finanziario dell’americano J.Mack Robinson la Maison Yves Saint Laurent in rue Spontini.
La prima collezione risale al gennaio del 1962 e viene subito apprezzata.

Nel 1964 crea il profumo da donna Y cui seguiranno diversi best-sellers.

Introduce una linea di prêt-à-porter nel 1966, la Yves Saint Laurent Rive Gauche, e intanto collabora con il teatro e con il cinema.
Nel 1986 la Maison YSL acquisisce il gruppo Charles of the Ritz per i profumi e i cosmetici, nell’89 la griffe YSL è quotata in Borsa, dal 1999 fa parte del gruppo Gucci.
La coabitazione con François Pinault diventa difficile.
Il patron comincia a far disegnare il prêt-à-porter a Alber
Elbaz (1999-2000) poi chiama Tom Ford che continua nel frattempo anche ad occuparsi di Gucci.
Fino al 2002 Yves Saint Laurent disegna ancora la Haute Couture ma l’impegno finanziario diventa insostenibile.
Il Maestro abbandona definitivamente la moda con una sfilata
evento nel 2002.


Tom Ford continua a presentare Yves Saint Laurent Rive Gau
che (ovvero il prêt-à-porter).

Quando Tom Ford lascia Gucci lo scettro passa a Stefano Pilati (nato il 10 dicembre del 1965) che sin dall’inizio si mostra estremamente rispettoso dell'eredità ricevuta.



La sua prima collezione come Direttore Creativo viene presentata nell’ottobre del 2004 (collezione primavera-estate 2005) In breve Pilati diventa uno dei designer più apprezzati del panorama contemporaneo.
(collezione autunno inverno "2008-2009")

Le creazioni di YSL sono state esposte nei più importanti musei del mondo e un’ala della National Gallery di Londra porta il suo nome con un ringraziamento per aver contribuito al restauro dell’ala dedicata alla pittura francese.

Merci Monsieur Saint Laurent.