
L'uomo sceglie la mela, sceglie l'inferno al paradiso. Ho ritrovato in quresto spettacolo l'enorme status primitivo dell'uomo espresso attraverso la corporeità, lo stato di grazia e di affanno, di sospensione che le sue opere compiono e tramandano, il segno che lasciano i suoi colori, i suoi mondi, le sue creature terrificanti.

E’ un puzzle di pezzi naturali e innaturali, che vivono tutti nello stesso mondo, e che in nessun modo riescono a stare insieme, come nella raffigurazione dell’inferno che non rappresenta peccatori condannati, ma bensì racchiude tutta l’umanità e tutti i disperati tentativi umani di creare ordine e armonia.
Nessun commento:
Posta un commento